Non è segnato nelle correzioni ma qui c'è senza dubbio un errore.
Il Pianigiani cita quasi testualmente la descrizione che del gesto "far
le fiche" fa la Crusca, che però dice "il dito grosso tra l' indice,
e 'l medio" non "il dito grosso SOPRA l' indice, e 'l medio".
Evidentemente ci deve esere stato un errore materiale di trascrizione.
Tutte le altre descrizioni del gesto "Fare le fiche" sono chiare.
Questo gesto ha una tradizione millenaria ed è stato abbondantemente studiato
e commentato.
Frederick Thomas Elworthy, nel suo "The Evil Eye" (1895) lo esamina,
naturalmente più nel senso di scongiuro che di insulto, (tutto il testo è disponibile
a http://www.sacred-texts.com/evil/tee/index.htm
) e riporta delle illustrazioni di amuleti che riproducono il gesto, uno egizio
( http://www.sacred-texts.com/evil/tee/img/24200.jpg
) e uno etrusco ( http://www.sacred-texts.com/evil/tee/img/25600.jpg
).
Tra i romani, era diffuso un amuleto che da una parte avesse la "mano
in fica" e dall'altra fosse più direttamente una rappresentazione fallica.
Elworthy cita Prætorius, De Pollice, Lipsiæ, 1677, p. 42:
"Inserto
pollice inter medium et indicem, ita ut pollex ipse insertus emineret, et apparet,
reliquis digitis in pugnum contractis."
Usi della locuzione e descrizioni del gesto in italiano:
Inferno XXV 1-4.
"Al fine delle sue parole il ladro
le
mani alzò con ambeduo le fiche,
gridando: Togli, Dio, chè a te le squadro."
Frezzi, Il quadriregio II 19
E fe le fiche a Dio 'l superbo vermo.
Frezzi, Il quadriregio III 10
E fe le fiche a Dio il mostro rio,
stringendo
i denti ed alzando le braccia.
Trissino, L'Italia liberata dai Goti, XII
Poi facea con le man
le fiche al cielo
dicendo: Togli, Iddio; che puoi più farmi?
Marugi, Capricci sulla Jettatura, p. 134.
Se poi viene un susurrone
E
lodando vi scompone,
Presto il pollice volgete
Sotto l'indice, 'l tenete
A
lui ritto ritto in faccia
Sin che parti, ovver si taccia.
Crusca I cita l'uso e lo descrive nel modo usuale.
FICA.
parte vergognosa della femmina, che anche si dice potta.
Lat. cunnus. E da questa, per qualche similitudine, si chiama fica quell' atto,
che con le mani si fa, in dispregio altrui messo il dito grosso tra l' indice,
e 'l medio: onde Far le fiche. Lat. medium unguem ostendere.
But.
Le mani alzò con amendue le fiche. Questa FICA è un vituperoso atto, che si
fa con le dita, in dispregio, e vituperio altrui, e non se ne può far, se non
una da ogni mano, con le dita.
N. ant. 55. 1. Quel donzello gli fece
la fica, quasi infino all' occhio.
G. V. 6. 5. 1. Le mani delle quali
facevano le fiche a Firenze.
E questo atto si chiama anche far le castagne.
Far
le fiche alla cassetta, dicono i mercatanti de' lor cassieri, quando egli spendono
i danari, ch' egli hanno in consegna, in uso proprio.
E' curioso come tra gli esempi riportati venga ignorato il famosissimo passo
di Dante, quasi che gli accademici, di solito felicissimi di ricondurre una
parola all'autorità di Dante, volessere in questo evitare di sottolineare l'uso
basso che il sommo poeta fa della parola.
Il Tommaseo-Bellini lo descrive come la Crusca, cita altre attestazioni d'uso
(ad esempio nel rifacimento dell'Orlando del Berni) e poi fa uno scivolone dicendo
"Lat. medium ostendere digitum" che certamente è un altro gesto, ancorché
correlato al nostro.
La locuzione "far le fiche" viene a volte associata con la parola
(evidentemente italiana) "Fico" o "Figo" passata in Shakespeare
(e altrove nell'inglese antico).
Merry Wives of Windsor, i.3.
Fico for the phrase.
Henry V., iii. 6.
The figo for thy friendship.
Più spesso usata nella forma inglese:
2 Henry VI., ii. 9.
A
fig for Peter.
In realtà, si tratta di qualcosa di leggermente diverso. Innanzitutto si
tratta sempre della parola al maschile, poi Fico viene usato sì in termine di
disprezzo, ma nel senso di "cosa da nulla", cosa che vale poco (più
simile a "un fico secco", quindi").
Infine, la descrizione del gesto riportata da Thomas Lodge (un contemporaneo
di Shakespeare autore tra l'altro di "A Fig for Momus") è assolutamente
diversa dal nostro:
I see contempt marching forth, giving me the fico with
his thombe in his mouth. (Wit's Miserie)
Nel Mirriam-Webster (s.v. fig 6a) la descrizione del gesto è quella "nostrana":
thrusting a thumb between two fingers; ma francamente ho il dubbio che si sia
fatto influenzare dalle molte descrizioni italiane anziché andare a vedere cosa
ne dicevano gli antichi inglesi.
Un altro gesto correlato (e sempre con il senso di disprezzo) è per i cinesi
quello di fare una "V" con indice e medio (come il gesto di "Vittoria")
appoggiando poi il naso nell'incavo tra le dita.